
È uno dei 100 giovani talenti innovativi del 2023 sotto i 30 anni selezionati da Forbes Italia. Cosa rappresenta per lei ricevere questo premio?
È un bel riconoscimento per il percorso che ho intrapreso perché fare imprenditoria, soprattutto in Italia, non è facile e ci sono molti ostacoli per un giovane. A 25 anni mi rendo conto che quando ho in programma degli incontri aziendali, molti Manager o AD ti dedicano un tempo direttamente proporzionale alla tua età anagrafica e quindi più sei giovane, meno staranno ad ascoltarti. Essere stato nominato da Forbes come Innovatore Under 30 per me vuol dire ricevere un riconoscimento rispetto a quello che abbiamo fatto fino ad oggi e avere anche un peso diverso sul tavolo nel momento in cui mi approccio ai miei interlocutori.
In che anno e in cosa si è laureato?
Mi sono laureato nel 2019 in Economia e Management e poi ho scelto di continuare il mio percorso in Luiss specializzandomi in International Management dove ho portato avanti un Excenge online con la canadese Queen’s University.
In che modo Luiss ha contribuito a creare un ponte con il mondo del lavoro?
La Luiss è come una mamma che ti segue, ti fornisce prospettive che ti aiutano a crescere e ti da una consapevolezza non indifferente, facendoti sentire seguito e supportato anche nel mondo del lavoro. Per fare imprenditoria ma soprattutto per chi come me è startupper, ti fornisce delle basi e ti accompagna in tutti i tuoi progetti.
Torniamo indietro nel tempo, come sono stati i suoi anni di studio in Luiss? Che ricordi conserva?
I ragazzi conosciuti in Luiss oggi sono una parte dei miei migliori amici e con loro ho condiviso i momenti più belli e che ricordo con più piacere. Gli anni in Ateneo sono stati spensierati e soprattutto durante la Magistrale ho lavorato a molti progetti in cui ho avuto modo di conoscere diversi colleghi con cui sono ancora in contatto. Essere un Ateneo Internazionale poi, ti permette anche di conoscere tantissimi colleghi stranieri con cui discutere e confrontarti, questo è molto piacevole. Nel cuore porto anche alcuni docenti che si sono sempre dimostrati molto disponibili e spesso anche interessati alle mie attività lavorative fuori dalla Luiss; poi, anche il Campus di Viale Romania nel quale ho passato notti intere a studiare, e che ricorderò per sempre per la sua bellezza.
Quali valori, secondo lei, uniscono gli Alumni Luiss?
Sicuramente il senso di appartenenza, quell’affetto verso l’Ateneo che ti resta anche dopo che hai terminato il tuo percorso. Per lavoro passo molto tempo a interfacciarmi con tantissimi interlocutori diversi e molto spesso mi capita di incontrare Alumni Luiss, a Roma ma anche a Milano o Torino o Firenze. Ti senti parte di un ecosistema che ti sembrerà sempre un po’ “casa”. Siamo parte di un network e non è assolutamente una cosa scontata bensì una realtà di cui essere consapevoli perché le persone che decidi di avere vicino, quelle che ti circondano, che siano amici o colleghi, si riflettono anche su di te e sulle tue attività.
Pensando alla sua professione, come si immagina fra 10 anni?
È una bella domanda a cui io oggi non ho una risposta. Sicuramente mi sono un po’ contraddistinto rispetto a quello che può essere il classico percorso fatto da studente universitario e questo l’ho visto soprattutto con i miei amici che sono entrati in aziende. Mi sono sempre sentito un po’ distante da loro perché ho sempre sentito che non fosse il mio destino. Fare startup non è facile però non ho mai dubitato di quello che stavo facendo. Sicuramente mi immagino più competente rispetto a quello che è oggi la mia esperienza perché questo è ciò che voglio fare e ad oggi sono convinto di voler continuare su questo percorso.