
Lei è uno dei 100 giovani talenti innovativi del 2023 sotto i 30 anni selezionati da Forbes Italia. Cosa rappresenta per lei ricevere questo premio?
Rappresenta una piccola soddisfazione personale, comunque un risultato che mi ha fatto piacere raggiungere, ma soprattutto una responsabilità: essere selezionato in quella lista non vuol dire che hai raggiunto un risultato definitivo, ma più come una promessa, di un giovane che può portare valore aggiunto nel futuro. Quello che vorrei è mantenere la promessa realmente, nel tempo riuscire a portare qualcosa nel mercato per i clienti e nel mondo del venture capital.
In che anno e in cosa si è laureato?
Mi sono laureato in Business Economics nel 2017 e poi ho fatto un anno di lavoro e due anni di magistrale, nel 2021, dopo la seconda laurea, ho frequentato il Master in International Management, mi sono specializzato nella parte di Innovation. Il corso si è rivelato esattamente secondo le mie aspettative, si è concretizzato il percorso di studi che immaginavo come base della mia carriera.
In che modo Luiss ha contribuito a creare un ponte con il mondo del lavoro?
La risposta è un po’ nella domanda, nel senso che la Luiss è molto collegata al mondo del lavoro, organizza spesso eventi, anche i professori hanno profili molto collegati con il mondo del lavoro. Gli eventi a disposizione degli studenti diventano naturalmente un buon network. Sicuramente mi ha aiutato molto, sia con i corsi che sono molto concreti, sia con la possibilità di fare network durante eventi extra-Luiss ed extra-accademici. In definitiva, la possibilità di accedere al mondo che ruota attorno alla Luiss, oltre a quanto si apprende. Inoltre, la sostenibilità ormai è un tema a cui le imprese devono fare attenzione: dal punto di vista del consumatore bisogna essere consapevoli dell’impatto che abbiamo sull’ambiente. Per esempio, il bigliettino da visita è uno strumento che si pensa sia niente, in realtà su larga scala lo spreco di carta collegato a questo strumento ha un impatto fortissimo. Ecco, la Luiss ti permette di adottare la mentalità idonea per fare attenzione a questi aspetti.
Torniamo indietro nel tempo, come sono stati i suoi anni di studio in Luiss? Che ricordi conserva?
Ho conosciuto ragazzi che altrimenti non avrei mai incontrato, profili diversi, alcuni arrivavano da realtà completamente diverse dalla mia. Da questo punto di vista, mi ha dato anche un’apertura mentale, secondo me è particolarmente efficace quella della Luiss, ci sono studenti che vengono da ogni parte d’Italia e da ogni parte del mondo, avendo frequentato tra l’altro il corso d’inglese. Ripensando ai vari project work a cui ho partecipato in gruppo con altri 4/5 ragazzi, ricordo in particolare una simulazione d’azienda nel mercato; ci radunavamo per fare scelte strategiche. capire qual era il prezzo giusto da pubblicare sul mercato, in che modo investire il capitale dell’azienda. Poi, settimanalmente pubblicavano i risultati per sapere quanto erano state efficaci le nostre scelte, e avevo proprio voglia, non vedevo l’ora di andare a lezione perché volevo sapere se quella strategia di pricing era giusta, o se invece avremmo dovuto pensare a un pricing più alto.
Quali valori, secondo lei, uniscono gli Alumni Luiss?
Sicuramente l’ambizione, nel senso che c’è la voglia di crearsi una carriera importante, un percorso lavorativo importante. Ho visto sempre con tutti i miei colleghi dell’università una particolare attenzione verso argomenti non direttamente legati alle nozioni teoriche, come aspetti connessi alla sostenibilità, spesso si parlava di valori umani. Sicuramente c’è un discorso di carriera ma c’è anche molto dell’umano, ho ritrovato questo nei colleghi del mio corso. L’università stessa che spinge su entrambe queste due direzioni, a farti diventare un bravissimo professionista con una coscienza umana, grazie a docenti estremamente competenti e con una struttura che allo stesso tempo dimostra grande attenzione alla sostenibilità.
Pensando alla sua professione, come si immagina fra 10 anni?
Spero di continuare in questa direzione, nel senso che a me piace molto fare impresa; quindi, il mio obiettivo è riuscire a creare un’azienda di grande valore e tra 10/15 anni, a un certo punto smettere e magari diventare un manager, non direttamente un imprenditore. Dopo aver fatto quello che volevo fare lato imprenditoria, focalizzare le competenze su un lato del lavoro meno imprenditoriale e più tecnico.